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Catania Post > Blog > Economia > Economia circolare, Italia leader in Europa ma ancora troppo dipendente dalle materie prime estere
Economia

Economia circolare, Italia leader in Europa ma ancora troppo dipendente dalle materie prime estere

Roberta D'Asta
Last updated: Maggio 15, 2025 9:15 pm
Roberta D'Asta - Roberta D'Asta
Published Maggio 15, 2025
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ROMA – L’Italia mantiene il primato tra le grandi economie europee per livelli di circolarità, ma resta fortemente dipendente dalle importazioni di materie prime. È il quadro complesso che emerge dal Rapporto 2025 sull’economia circolare, presentato oggi a Roma nel corso della 7ª Conferenza nazionale sull’economia circolare, organizzata dal Circular Economy Network (CEN) in collaborazione con ENEA e con il sostegno della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Un primato, quello italiano, che si conferma per il secondo anno consecutivo dietro i Paesi Bassi, ma che assume un valore ancora più rilevante nel confronto con le principali economie dell’Unione Europea: Germania, Francia e Spagna. Tuttavia, la fotografia scattata dal rapporto mostra anche luci e ombre: se da un lato migliora la produttività delle risorse (+20% rispetto al 2019), dall’altro la dipendenza dall’import di materiali ha raggiunto nel 2023 il 48% del fabbisogno complessivo, contro una media UE del 22%.

I numeri della dipendenza e del potenziale

Nel solo quinquennio 2019-2024, il valore delle importazioni italiane di materie prime è passato da 424 miliardi a quasi 569 miliardi di euro, con un aumento del 34%. Una dinamica che espone l’industria nazionale a rischi crescenti, soprattutto in un contesto geopolitico instabile, con crisi energetiche, guerre e competizione globale per l’accesso alle risorse.

Secondo Cassa Depositi e Prestiti, l’adozione di pratiche circolari ha già consentito risparmi per 16,4 miliardi di euro alle imprese manifatturiere italiane nel solo 2024. Ma le potenzialità sono ancora largamente inespresse: la Commissione europea stima che un aumento diffuso della circolarità possa garantire fino a 45 miliardi di euro annui di risparmi energetici nei 27 Stati membri.

Edo Ronchi: “Serve un cambio di paradigma”

«Bene ma non benissimo», ha sintetizzato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, aprendo i lavori della conferenza. «L’Italia deve decidere se rafforzare la propria leadership o perdere il vantaggio competitivo conquistato negli ultimi anni. Oggi si punta ancora troppo sulla gestione dei rifiuti e troppo poco sulle azioni a monte: eco-design, durabilità, riparabilità e riuso», ha ammonito. Ronchi ha evidenziato anche la necessità di rafforzare il mercato delle materie prime seconde e introdurre incentivi fiscali e criteri ambientali negli acquisti pubblici.

Claudia Brunori (ENEA): “Bisogna agire sull’eco-design e sulle tecnologie circolari”

Per Claudia Brunori, direttrice del Dipartimento Sostenibilità dell’ENEA, la strada è chiara: «L’Italia è ai vertici per produttività delle risorse e tasso di utilizzo circolare, ma arretra negli investimenti privati. Il nodo critico resta la dipendenza dalle importazioni, che è più del doppio rispetto alla media europea. È urgente attuare un’economia circolare che parta dall’innovazione di prodotto, capace di garantire approvvigionamenti sostenibili e resilienti, specie per le materie prime critiche e strategiche».

Brunori ha posto l’accento sulle biotecnologie circolari come frontiera di sviluppo, con applicazioni nell’agrozootecnia, nella valorizzazione degli scarti organici e nella produzione di nuovi materiali, come biocarburanti e biomolecole ad alto valore aggiunto.

Obiettivo 2030: un’Italia più competitiva e sostenibile

L’invito lanciato dalla conferenza è chiaro: accelerare l’attuazione di politiche strutturali per la transizione verso un modello industriale circolare, capace di rafforzare l’autonomia strategica del Paese, ridurre la vulnerabilità economica e aprire nuove opportunità per le imprese. Il Rapporto sottolinea come l’economia circolare non sia solo una questione ambientale, ma un fattore chiave di innovazione, occupazione e competitività per il “Made in Italy”.

A sottolineare la centralità del tema anche la presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del rappresentante della Commissione Europea, Vincenzo Gente, che ha ribadito la volontà dell’UE di rafforzare i target obbligatori sulla circolarità nei prossimi anni.

Con una governance forte, strumenti fiscali mirati e un impegno sinergico tra istituzioni, imprese e cittadini, l’Italia può consolidare la sua posizione di leader europeo e diventare un modello di riferimento per un’economia che non solo produce meno rifiuti, ma crea più valore dalle risorse già disponibili.

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