L’Etna è tornato a manifestare la sua energica attività con una fase stromboliana in corso al cratere di Sud-Est. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo (INGV-OE) di Catania, che monitora costantemente il vulcano attivo più grande d’Europa, ha rilevato un progressivo intensificarsi dei segnali precursori e dell’attività eruttiva, portando all’emissione di un avviso di tipo VONA (Volcano Observatory Notice for Aviation) di colore arancione.
Secondo i dati registrati dalla rete di sorveglianza dell’INGV-OE, a partire dalle 23:00 di ieri sera, domenica 1° giugno, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha iniziato a mostrare un graduale incremento. Questo crescendo ha raggiunto, intorno all’1:50 della notte scorsa, l’intervallo dei valori alti, dove i segnali permangono tuttora, mostrando peraltro una tendenza a un potenziale ulteriore aumento. La localizzazione del centroide delle sorgenti di questo tremore è stata individuata in prossimità dell’area del cratere di Sud-Est, a una quota stimata di circa 2.800 metri sopra il livello del mare, indicando chiaramente l’origine dell’attuale dinamismo del vulcano.
Parallelamente, dall’1:30 circa della notte, si è registrato anche un leggero aumento dell’attività infrasonica, le cui sorgenti appaiono localizzate nell’area dei crateri centrali dell’Etna. Questi segnali, nel loro complesso, delineano un quadro di accresciuta attività eruttiva di tipo stromboliano, caratterizzata da esplosioni moderate che proiettano frammenti di lava incandescente, cenere e gas. Il modello previsionale elaborato dagli esperti dell’INGV indica che un’eventuale nube eruttiva prodotta da questa attività si disperderebbe prevalentemente in direzione Sud-Ovest rispetto alla sommità del vulcano.
Nonostante l’intensificarsi dell’attività e l’innalzamento del VONA ad arancione – un livello che segnala alle autorità aeronautiche una maggiore attività vulcanica con potenziale emissione di cenere in atmosfera – l’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania, al momento, non risulta impattata. L’INGV-OE precisa che l’attività è attualmente concentrata nella zona sommitale del vulcano.
Vivere alle pendici di un gigante come l’Etna comporta una convivenza con la sua imponente e talvolta imprevedibile natura. L’incessante lavoro di monitoraggio scientifico svolto dall’INGV è fondamentale per interpretare i segnali del vulcano, prevederne l’evoluzione e fornire informazioni tempestive alle autorità e alla popolazione, permettendo di bilanciare la meraviglia per i fenomeni naturali con le necessarie misure di cautela e sicurezza. La situazione rimane sotto stretta osservazione, e ulteriori aggiornamenti verranno forniti in base all’evoluzione dell’attività eruttiva.