04.12.2022 – Maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale aggravata e atti persecutori. Questi i crimini di cui è accusato un 49enne di Catania, finito agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, che li avrebbe commessi ai danni della moglie e delle figlie. A richiedere l’applicazione della misura è stato il giudice per le indagini preliminari (Gip) del Tribunale di Catania, che ha dato mandato di eseguirla agli agenti della stazione dei carabinieri di Catania piazza Verga.
Le vessazioni ai danni della moglie iniziano nel 2004
Le indagini a carico dell’uomo andavano avanti da diverso tempo. Secondo quanto ricostruito, nei confronti della moglie i primi episodi di violenza nei confronti della consorte risalirebbero addirittura al 2004, quando i due avevano iniziato la convivenza. La moglie, a quanto riportato, era sottoposta a un asfissiante controllo da parte del marito, che le impediva financo di intrattenere qualunque relazione sociale con altre persone; con la nascita delle figlie, tali atteggiamenti si sarebbero estesi anche a esse.
Dopo la riconciliazione, le violenze degenerano
Proprio questa era stata la molla che aveva spinto la donna ad abbandonare il tetto coniugale insieme alle figlie. Tra il 2018 e il 2019, però, i due si sarebbero riconciliati, in seguito alla promessa di lui di essere cambiato. Promessa, inutile dirlo, infondata: perché l’uomo non solo non avrebbe cambiato la propria condotta, ma l’avrebbe anche peggiorata, umiliando la donna con insulti di vario genere e costringendola addirittura ad avere rapporti sessuali contro il suo consenso.
Le minacce estese anche alle figlie
Anche in seguito alla nuova separazione, l’uomo non si sarebbe ravveduto. Anzi, avrebbe accusato la donna di aver distrutto la famiglia e minacciato le figlie di farle finire in una casa famiglia, pur di sottrarle alla compagna, alla quale (era un altro dei contenuti delle minacce alle figlie) sarebbe toccata una brutta fine.
[E.R.]