30.10.2022 – Il ponte sullo Stretto s’ha da fare. Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Salvini, che ha fatto dell’importante infrastruttura uno dei suoi cavalli di battaglia, ha deciso di fare sul serio e di iniziare sin da subito a studiare quanto necessario per dare avvio all’opera. E per farlo, il ministro ha convocato Schifani, presidente della Regione Siciliana, e Occhiuto, governatore della Calabria.
Vertice al ministero l’8 novembre
I due governatori, insieme al ministro – nonché vicepresidente del Consiglio dei ministri – si siederanno insieme il prossimo martedì 8 novembre proprio nelle stanze dell’edificio che ospita il dicastero presieduto da Salvini, a villa Patrizi, per un vertice che sarà l’occasione per affrontare numerose questioni legate alle infrastrutture delle due regioni. Il punto focale dell’incontro sarà però proprio il ponte sullo stretto che separa la Sicilia dalla Calabria.
Il ponte, un cavallo di battaglia in campagna elettorale
Un’opera che Salvini, nel corso della campagna elettorale, ha dichiarato più volte di ritenere fondamentale per il rilancio del meridione e che il vicepremier, insieme ai diversi alleati di governo, hanno messo in cima alle proprie proposte per gli investimenti del governo nelle infrastrutture. Oltre al ponte, comunque, si parlerà anche di numerose altre opere pubbliche, per le quali l’obiettivo è quello di far partire al più presto i progetti o, nel caso di cantieri già avviati, di accelerare i lavori.
Decenni di retromarce, adesso si fa sul serio?
Il ministro Salvini, sul ponte sullo Stretto, pare fare decisamente sul serio. Dopo decenni di parole, progetti presentati, perfino cantieri avviati e poi fermati, il titolare del dicastero di Porta Pia abbia davvero intenzione di fare il possibile perché l’opera si faccia davvero. I due governatori saranno chiamati a valutare con il vicepremier le possibilità di far partire i lavori prima possibile, ma anche a informarlo su tutte le infrastrutture che serviranno per far sì che un eventuale ponte non si riveli una cattedrale nel deserto, ma che possa essere davvero funzionale a un rilancio dell’estremo sud del Bel paese.
[E.R.]