24.01.2023 – Un progetto da circa 320 milioni di euro, messi in circolo attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per creare una rete tra le migliori infrastrutture di ricerca e fare in modo da combinare le migliori competenze scientifiche mettendole al servizio dell’agricoltura per renderla più competitiva, resiliente e sostenibile. Questa è la descrizione, per sommi capi, di Agritech, hub tecnologico e di ricerca finanziato dal Pnrr che mette insieme 28 atenei, tra cui l’Università di Catania, che del progetto è socio fondatore, 5 centri di ricerca e 18 imprese.
Presente anche l’assessore Sammartino
E proprio nella sede catanese, nella giornata di ieri (lunedì 23 gennaio) si è svolto il workshop di presentazione del progetto Agritech. A questo evento, tra gli altri, presenziava anche l’assessore regionale all’agricoltura, Luca Sammartino. “La Regione Siciliana – ha detto l’esponente del governo regionale – può mettere in campo risorse importanti da destinare alla ricerca e allo sviluppo nel comparto agricolo. L’assessorato regionale all’Agricoltura lavora in forte sinergia con le università dell’Isola per utilizzare al meglio le nuove misure della Pac 2023-2027 e accompagnare il processo di innovazione tecnologica nelle nostre produzioni.”.
‘Una grande opportunità per la Regione’
Per il componente della giunta regionale guidata da Renato Schifani, si tratta di una opportunità importantissima per la Regione: “È questa la grande opportunità che dobbiamo cogliere. Fare parte di un progetto nazionale come Agritech – prosegue infatti Sammartino – dimostra che l’Università di Catania possiede non soltanto eccellenza e qualità nel suo corpo docente, ma anche visione. Un progetto che coinvolge molti atenei del nostro Paese, capofila l’Università Federico II di Napoli, e ingenti finanziamenti derivanti dal Pnrr che possono cambiare il volto del mondo produttivo agricolo e zootecnico grazie all’innovazione tecnologica, ma soprattutto grazie agli studi scientifici, in particolare sui fattori patogeni e su quello che oggi è il grande rischio dei cambiamenti climatici, dalla siccità ai nuovi sistemi di irrigazione. Agritech – ha concluso Sammartino – è una grande sfida per l’ateneo e il governo regionale è pronto a essere al fianco della comunità scientifica, accademica e produttiva in questo percorso.”.
Diversi gli ambiti di ricerca
Andando più nello specifico di Agritech, l’università di Catania si incaricherà di svolgere attività di ricerca inerenti la sostenibilità e l’agricoltura di precisione, dedicandosi in particolare a colture principi della Sicilia come gli agrumi e il pomodoro, con lo scopo di individuare metodi di coltivazione che permettano di utilizzare meno prodotti chimici, fertilizzanti, prodotti fitosanitari e ridurre il consumo di energia e di acqua. Sarà un lavoro svolto a stretto contatto con gli agricoltori: a questi, infatti, verrà fornito costante supporto. Per quanto riguarda le produzioni animali, i progetti in cui è coinvolta l’università di Catania riguarderanno le tecniche di agricoltura di precisione, il miglioramento della resilienza degli strumenti zootecnici al cambiamento climatico, la ricerca di risorse alimentari alternative a quelle importate, con un occhio di riguardo all’economia circolare.
All’UniCt andranno 6 milioni di euro
A coordinare gli ambiti di ricerca di Agritech in cui è coinvolta l’università di Catania saranno i docenti Alessandra Gentile, Giancarlo Polizzi, Simona Consoli, Stefano La Malfa e Luisa Biondi. La parte di finanziamento spettata all’Università di Catania è pari a circa 6 milioni di euro.
[E.R.]