11.11.2022 – Dopo complesse indagini, la Procura della Repubblica di Catania, per mezzo dei carabinieri della compagnia di Catania piazza Dante, sono riusciti a portare a termine l’operazione Clone, arrestando tre catanesi per associazione a delinquere finalizzata a furti in abitazione. I tre sono stati arrestati dai carabinieri in flagranza di reato durante un furto in abitazione a San Gregorio, ma le indagini che hanno portato gli agenti a scoprire le attività delittuose dei tre soggetti partono da lontano: a fare scattare gli inquirenti, infatti, è un furto in appartamento risalente all’agosto del 2020.
Indagini lunghe e complesse a partire da un fatto del 2020
Le indagini, come detto, sono state lunghe e complesse. Gli agenti, infatti, hanno dovuto ricostruire le complesse dinamiche messe in essere dai tre rapinatori, che nel corso degli anni, secondo quanto è stato ricostruito, avevano messo a segno sei furti (più quello tentato e culminato con il loro arresto) raccogliendo una refurtiva pari a 230mila euro.
Come detto, le indagini sono partite dall’agosto del 2020. In quell’occasione, dopo un furto in appartamento a Catania, gli agenti avevano identificato i tre rapinatori grazie alle immagini della videosorveglianza interna all’appartamento, che aveva mostrato anche il loro modus operandi. Modus operandi poi ripetuto anche nelle altre occasioni successive.
Un modus operandi complesso
Le indagini degli agenti hanno permesso di scoprire che, però, i furti in appartamento erano solo il culmine di un’attività più complessa messa a segno dai tre rapinatori. Questi, infatti, individuavano le vittime prescelte nei parcheggi di ospedali e supermercati. Qui, due complici “ispezionavano” l’autovettura in assenza dei legittimi proprietari, mentre il terzo li avvisava di un eventuale loro ritorno.
Nell’autovettura, i rapinatori cercavano le chiavi di casa delle ignare vittime. I tre, infatti, erano in grado di replicare le chiavi immediatamente, grazie all’attrezzatura di cui disponevano. Fatto questo, i tre potevano dirigersi verso l’abitazione dei malcapitati – che tenevano sotto stretta sorveglianza grazie a sistemi gps che installavano nelle loro vetture – e svaligiarla con serenità quando questi erano assenti.
L’ultimo furto: i tre arrestati in flagranza
I tre, però, sono stati arrestati proprio nel corso di una di queste complesse operazioni. Nei controlli seguenti, i carabinieri hanno rinvenuto oggetti preziosi, denaro, arnesi atti allo scasso, una fiamma ossidrica con relative bombole di gas, mazzi di chiavi, nonché una pistola, un disturbatore di frequenza per inibire l’avviso telefonico dell’impianto antifurto, vari telecomandi e quattro targhe contraffatte per autoveicoli.
Per loro sono così scattati gli arresti e, su richiesta del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, la misura cautelare della custodia in carcere. Dove, si spera, non riusciranno a reperire la complessa attrezzatura che ha permesso loro di furfanteggiare indisturbati per circa due anni.
[E.R.]