04.11.2022 – Lo scorso 11 agosto, all’ospedale Cannizzaro di Catania, una bambina appena nata morì e dalle cartelle cliniche emerse la sua positività a diversi batteri che, in un ambiente sterile come l’ospedale, non dovrebbero esserci. Adesso, a quasi tre mesi dalla tragedia, la Procura della Repubblica di Catania ha disposto l’autopsia per la bambina e ha iscritto undici medici del reparto di neonatologia e terapia intensiva neonatale nel registro degli indagati.
Dopo la morte della neonata, i genitori della piccola avevano presentato un esposto alla Procura della Repubblica, che venerdì 7 ottobre li aveva convocati insieme ai loro legali e, successivamente, lo scorso sabato 8 ottobre, aveva aperto l’inchiesta sulla morte della bambina.
Nata in anticipo di qualche settimana, durante l’incubazione entra in contatto con un batterio
La bambina, nonostante fosse nata in anticipo di qualche settimana, era nata sana, almeno a quanto detto dai sanitari ai genitori. Poi, dopo quattro giorni in incubatrice, viene riscontrata la presenza di un batterio che, per le procedure di sanificazione e sterilizzazione degli ospedali, non dovrebbe sicuramente trovarsi in questi ambienti.
Le condizioni della bambina sono peggiorate, senza che peraltro i genitori potessero vederla o entrarvi in contatto, fino alla morte, avvenuta l’11 agosto per insufficienza cardiaca. I genitori della piccola hanno ottenuto una copia delle cartelle cliniche della bambina soltanto lo scorso lunedì 26 settembre.
Dalle cartelle cliniche la verità: i batteri erano più di uno
E in quel momento scoprono la terribile verità: oltre al batterio la cui presenza era stata comunicata ai genitori dai sanitari (serratia marcescens) la bambina era stata trovata positiva anche a diversi altri batteri, su cui il personale medico aveva taciuto. Tra questi, lo stapphylococcus epidermidis, l’enterobacteriaceae e kpc carbapenem resistant.
I genitori si sono quindi rivolti a una società specializzata per farsi aiutare a far luce sulla vicenda e hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica, che ha così aperto l’inchiesta. Adesso, con l’iscrizione dei medici al registro degli indagati e con l’autopsia sul corpo della povera bambina, sarà possibile vederci più chiaro e fare luce su una vicenda dai contorni torbidi.
[E.R.]