25.10.2022 – Una diagnosi errata, una terapia non adeguata a cui seguirono il peggioramento delle condizioni di salute, quindi la morte. E ora, il Policlinico di Catania dovrà risarcire la famiglia per 65mila euro. Lo rende noto Centro dei diritti del cittadino-Codici Sicilia, associazione dei consumatori che insieme agli avvocati Zammataro e Cammarata ha assistito in questi anni la famiglia della donna deceduta per malasanità.
La vicende risale al 2010
La vicenda risale al 2010, quando la donna, a causa di un peggioramento delle proprie condizioni di salute, si recò al Policlinico, dove fu sottoposta a una biopsia. La diagnosi data dai medici fu tumore polmonare e la donna si sottopose a chemioterapia.
Ma le sue condizioni non migliorarono, anzi, andarono in peggio. Per questo, la famiglia della donna decise di portarla in un’altra struttura. Qui, la scoperta ancora più terribile: alla donna furono fatti ulteriori test, da cui emerse la patologia dalla quale la donna era davvero affetta, ovvero la sclerosi sistemica, una patologia estremamente rara. Le cure non furono sufficienti e la donna morì, ma forse, se la diagnosi corretta fosse stata fatta prima, si sarebbe potuti intervenire diversamente e la donna, curata in tempo, avrebbe avuto qualche possibilità.
Il Tribunale ha accolto la richiesta di risarcimento
Ne era sicura la famiglia della donna, che tramite i propri legali e assistita dall’associazione Codici Sicilia, chiese quindi un risarcimento alla struttura catanese. Richiesta accolta dal Tribunale di Catania, come riportato da una nota dell’associazione che spiega: “Il Tribunale ha accolto le richieste dei legali in relazione al diritto al risarcimento del ‘danno da perdita di chance’ subito dalla paziente deceduta, che avrebbe potuto avere la possibilità di ottenere un risultato di cura migliore se la diagnosi non fosse stata ai tempi errata.”.
Dopo dodici anni, una piccola consolazione per la famiglia. Che non riavrà indietro la propria congiunta (né il risarcimento ottenuto sarà in grado di compensarne la perdita) ma ha ottenuto, per lo meno, il riconoscimento dell’errore commesso dalla struttura sanitaria.
[E.R.]