26.10.2022 – Manifesti inneggianti al fascismo hanno ricoperto gli spazi riservati all’affissione della città di Paternò ieri, martedì 25 ottobre. Proprio nel giorno del voto di fiducia della Camera dei deputati al nuovo governo. Ma non si tratterebbe di manifesti affissi abusivamente: secondo il locale circolo del Partito Democratico, infatti, sarebbe stato lo stesso sindaco della cittadina etnea ad autorizzare l’affissione.
I manifesti sono apparsi nelle prime ore della mattina e, riportando la data del 28 ottobre 1922 – il giorno in cui si svolse la marcia su Roma da cui ebbe inizio il Ventennio fascista – e quella del prossimo venerdì 28 ottobre scrivono “un popolo in marcia”: una sorta di richiamo ai nostalgici a rievocare quel nefasto giorno di un secolo addietro.
La denuncia di Barbagallo (PD)
A denunciare pubblicamente quanto avvenuto è il segretario regionale del PD, Anthony Barbagallo, che è anche deputato alla Camera. “Proprio nel giorno in cui la neo presidente del consiglio Giorgia Meloni dichiara alla Camera di essere contro ogni autoritarismo, fascismo incluso, a Paternò, comune in provincia di Catania che per altro ha dato i natali al neo presidente del Senato, Ignazio La Russa, succede un fatto gravissimo che non può restare impunito. La città infatti è tappezzata da manifesti, anonimi, con due 2 date (28 ottobre 1922-28 ottobre 2022) che ricordano il prossimo anniversario della marcia su Roma, cioè l’avvio di uno dei periodi più bui della nostra nazione, l’avvio del ventennio fascista. E in più la dicitura: un popolo in marcia. Invito il sindaco di Paternò a provvedere immediatamente – afferma – ad oscurare questi manifesti, a tutela dell’amministrazione comunale in primis, visto che l’affissione sembrerebbe essere stata autorizzata dal comune stesso”.
Ciancitto e Galvagno (FdI) stigmatizzano il gesto
Sono intervenuti anche i deputati regionali all’Ars di Fratelli d’Italia, Francesco Ciancitto e Gaetano Galvagno, che non hanno nascosto la propria indignazione: “Un atto irresponsabile e meschino. Nel giorno in cui il presidente Giorgia Meloni consegna alla Storia, in modo inequivocabile, definitivo e netto la condanna delle leggi razziali – scrivono in un comunicato i due esponenti di FdI – a Paternò una anonima mano incautamente autorizzata dal Comune attraverso il servizio affissioni, riempie la città di manifesti provocatori che comparano la marcia su Roma all’insediamento dell’attuale governo. È un atto irresponsabile e meschino – osserva Ciancitto – un fatto grave che è una istigazione alla violenza e una mancanza assoluta di rispetto nei confronti delle istituzioni. Un gesto che condanno fortemente e sul quale chiediamo a gran voce che venga fatta chiarezza. Restare in silenzio o, peggio, indifferenti significherebbe alimentare una spirale di odio e ignoranza. Non conosco l’autore del manifesto – sottolinea Galvagno – è un nostalgico del ventennio o è un provocatore di sinistra? In tutti i casi, il governo Meloni non appartiene e non può essere paragonabile a quegli anni”.
[E.R.]