18.12.2022 – Fece uccidere il marito con un’iniezione letale, dopo aver già tentato (invano) di ucciderlo un anno prima. Poi, la morte dell’uomo venne derubricata a morte naturale, causata da un infarto fulminante. A venti anni di distanza, la donna è stata arrestata. Il caso, infatti, si è riaperto, a causa delle dichiarazioni dell’uomo a cui chiese di uccidere il consorte. La donna dovrà così scontare tredici anni di carcere.
Il caso risale al dicembre del 2002. La donna aveva chiesto al futuro collaboratore di giustizia di ammazzarle il marito. La prima richiesta risaliva al gennaio del 2001, quando l’uomo avrebbe aggredito il marito della donna con un coltello, ferendolo gravemente ma senza riuscire a ucciderlo. L’anno successivo, la richiesta si ripete e questa volta l’uomo riceve in cambio contanti e una automobile. Nel delitto vengono coinvolti anche altri due uomini e, questa volta, il crimine va a buon fine: i tre entrarono infatti nottetempo in casa della vittima, somministrandogli l’iniezione letale e uccidendolo.
L’uomo che era stato contattato dalla donna si è autoaccusato del reato, diventando collaboratore di giustizia e facendo emergere una serie di dettagli su episodi violenti accaduti a Misterbianco tra alcuni clan mafiosi, a cui i protagonisti dell’efferata vicenda erano legati. La donna, con la sentenza della corte di Cassazione, è stata infine arrestata. Tuttavia, dalle indagini e dalle dichiarazioni è emerso anche che la donna fosse vittima di violenze da parte del marito.
[E.R.]