03.11.2022 – Domani (venerdì 4 novembre) e sabato 5 novembre a Catania si svolgeranno due giornate di studi scientifici sulle sculture della famiglia Gagini, che a partire dal capostipite Domenico (nato in Svizzera, a Bissone, e poi spostatosi in Italia) realizzarono numerose opere nella Sicilia orientale del periodo compreso tra XVI e XVII secolo. La due giorni di studi, intitolata “Sicilia terra di approdi: i Gagini di Bissone. Il Museo diffuso in provincia di Catania”, si aprirà domani alle 9 al Castello Ursino.
La due giorni di studi, curata dalla soprintendente Donatella Aprile, fa parte del progetto “Il racconto dell’arte in Sicilia terra di approdi. La presenza nella Sicilia orientale dei Gagini di Bissone e l’Umanesimo della rinascita tra il XV e XVI secolo”, nato da un’idea della Sovrintendenza di Catania e promosso e finanziato dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.
Un “ponte” ideale tra Calabria e Sicilia
Il progetto è nato dal restauro dell’Annunziata di Antonio Gagini, conservata a Bronte, portato a termine nel 2020. Da lì la sovrintendenza ha sviluppato l’idea del museo diffuso e ha dato avvio a un progetto che mira, attraverso la promozione delle opere dei Gagini, di far conoscere e valorizzare anche i luoghi ove esse sono conservate, non soltanto nell’ambito museale, bensì in tutto il contesto naturale, paesaggistico e urbano e collegando i luoghi attraverso le opere d’arte.
Al progetto non è estranea la Calabria: il restauro del 2020, infatti, ha messo in contatto i restauratori dell’Annunziata di Gagini con quelli dell’Annunciazione di Bagaladi, che ha portato a un proficuo dialogo tra le sovrintendenze di Catania e di Reggio Calabria. Una sorta di ideale ponte, culturalmente parlando, che mette insieme la Sicilia alla Calabria, collegandole attraverso l’arte.
“Un progetto articolato per restituire valore culturale e identitario”
«Un progetto articolato – sottolinea il dirigente generale del dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Franco Fazio – che punta a valorizzare un ambito culturale allargato coinvolgendo due regioni, Sicilia e Calabria, che offrono una lettura complessa di un fenomeno artistico che ha lasciato una fertile testimonianza restituendo valore culturale e identitario al contesto storico e ai territori. Una lettura “orientata” che offre l’opportunità di cogliere le influenze lombarde e del Rinascimento toscano, che in Sicilia si svilupparono all’interno della fiorente bottega d’arte palermitana».
[E.R.]