In un’azione congiunta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania e della Procura della Repubblica per i Minorenni, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia e dal Nucleo Cinofili, hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare personali nei confronti di sette individui, di cui uno minorenne. Questi soggetti sono indagati per estorsione, lesioni personali gravi, violenza privata, con l’aggravante del metodo mafioso. L’indagine, condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Piazza Dante e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha avuto inizio da un violento pestaggio avvenuto nel febbraio 2023 all’interno del locale ECS Dogana. Le indagini, basate su filmati delle telecamere di sorveglianza, hanno rivelato ulteriori episodi criminali verificatisi tra febbraio e giugno 2023. Gli indagati, in prevalenza giovani, avrebbero operato con modalità mafiose, instaurando una condotta di coartazione e intimidazione tipica delle organizzazioni criminali, con l’obiettivo di ottenere ingressi e consumazioni gratuite presso l’ECS Dogana. Queste azioni di disturbo e minaccia avrebbero costituito una vera e propria “estorsione ambientale.” Uno degli episodi più gravi è avvenuto il 27 febbraio 2023, quando il soggetto minorenne e altri quattro indagati hanno compiuto un violento pestaggio nei confronti di due giovani coetanei, provocando lesioni gravi a uno di loro. Quest’ultimo è stato colpito con il calcio di una pistola e successivamente picchiato dal gruppo. L’ambiente intimidatorio creato dai sospettati ha costretto il titolare dell’ECS Dogana e i suoi dipendenti a permettere loro l’ingresso gratuito e il consumo di bevande senza pagare. Ciò ha causato perdite finanziarie, una riduzione delle presenze e difficoltà nella gestione del personale. Oltre al minore, sono stati posti in carcere CARUSO Giuseppe, SOTTILE Maurizio, MICELI Giovanni e ZIMBONE Gianluca. PENNA Concetto è stato posto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Le indagini sono ancora in corso per individuare eventuali complici che non sono stati oggetto di misure cautelari