26.10.2022 – Stmicroelectronics, colosso dei semiconduttori, è pronto ad aumentare il proprio impegno a Catania. Nel capoluogo etneo, l’impresa italofrancese è già presente con uno stabilimento da quasi 5mila dipendenti. Ma, tra investimenti e fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), l’azienda investirà a Catania circa 1,4 miliardi di dollari, con un ulteriore aumento dell’organico: sono previste infatti 700 assunzioni dirette. Questo è quanto riferito ieri (martedì 25 ottobre) dal management della Stm durante l’incontro a Monza, nei locali di Confindustria, per fare il punto sulla situazione attuale dell’azienda italofrancese, tra investimenti e strategie per il futuro.
Pnrr e investimenti propri, Stm e gli obiettivi dell’European chips act
L’azienda, ha riferito l’amministratore delegato Chery, è sicuramente in salute, come dimostrano i vari dati mostrati dal manager. Ma quello che interessa di più la Sicilia è lo stabilimento di Catania. Qui, il governo ha deciso di destinare circa 290 milioni di euro dei fondi del Pnrr, con la benedizione dell’Unione europea (Ue), che nella riuscita del progetto vede uno strumento per raggiungere la “sovranità europea nella microelettronica in linea con l’ambizione della Comunicazione sullo European Chips Act”, per bocca della commissaria europea alla concorrenza Vestager.
Lo European Chips Act è un progetto di legge che l’Ue ha varato a febbraio 2022, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza del blocco del vecchio continente da forze esterne nel mercato dei semiconduttori (o chips, per l’appunto) e raggiungere la cosiddetta sovranità tecnologica, aumentando altresì il livello della produzione da parte dei paesi europei. Per questo, Bruxelles ha deciso di stanziare fondi per incentivare gli investimenti nell’ambito dell’innovazione e della produzione in questo settore.
Il progetto Stm Catania è dunque pienamente in linea con gli obiettivi europei: nello stabilimento etneo, infatti, stando a quanto riferito da Chery l’azienda italofrancese punta a realizzare l’intero processo produttivo dei semiconduttori in carburo di silicio (Sic). Questo, è quanto auspicano i sindacati, oltre ad aumentare il livello occupazionale del territorio gioverebbe anche al tessuto formativo locale, visto che prevedrebbe collaborazione con Università e istituti tecnici per le attività di ricerca e formazione.
Dalla materia prima al prodotto finito, a Catania l’intero ciclo produttivo
Gli investimenti che Chery ha annunciato da parte di Stm per Catania sono davvero importanti: ben 1,4 miliardi di dollari, che andrebbero in larga parte ai nuovi investimenti sulla materia prima (il già citato Sic), ma che andrebbero pure a finanziare appunto le nuove assunzioni e anche investimenti a livello infrastrutturale e di impianti: il nuovo stabilimento, che sorgerà non distante da Maristaeli, avrà una superficie da circa 180mila metri quadrati e qui si svolgerà la prima fase del processo produttivo, la produzione del Sic, la cui lavorazione successiva avverrà invece nello stabilimento già esistente.
Poi, in un secondo momento, sorgerà anche un’ulteriore struttura destinata alla clean room, dove il processo di produzione sarà definitivamente completo. L’avvio del nuovo impianto dove si produrrà il Sic, se dovessero essere rispettati i tempi attuali, non dovrebbe avvenire più tardi di gennaio del 2023, mentre la clean room dovrebbe sorgere, stando alle previsioni, a metà 2024.
Stm candida quindi Catania a diventare una delle capitali europee dei semiconduttori e, di conseguenza, uno dei punti strategici per tutto il settore tecnologico – e quindi dell’intero tessuto economico – d’Europa. Una bella opportunità per Catania e una grande sfida per Stm. Su cui c’è anche la benedizione dell’Ue e del governo nazionale.
[E.R.]